Nel fiore degli anni, quel corpo perfetto stretto in un paio di fuseaux bianchi
ed una canottina rossa. Christina se ne sta confusa davanti all’uomo che le ha
preso l’anima.
- Non ti manca niente, vero?
- No.
- Ma non sei a tuo agio, blanc.
- Forse mi devo ambientare ancora.
- Non ci vorrà molto, devi solo seguire le
regole.
- Le regole? Quali?
- Eseguire senza discutere. Imparare senza
discutere. Godere senza discutere.
- Ah…
- Vedremo, se sei brava. Saliamo in terrazza, blanc.
L’uomo caracolla verso la scala interna che conduce al
piano superiore, seguito da Christina. I gradini di legno vecchio scricchiolano
sotto il peso di quel vecchio elefante. Seguendo un buio corridoio, i due
arrivano davanti ad una porticina malmessa.
Il tizio apre il varco. Non c’è tanta luce, nonostante
sia quasi mezzogiorno, perché delle grandi piante ed una tettoria di cannucce
coprono l’intera area della terrazza. Ma fa caldo, parecchio.
Prende una sedia sgarrupata e la trascina lentamente alla
lunga ringhiera del davanzale. Ci si siede sopra di peso, come se avesse fatto
chissà quale fatica a salire.
- Avanti, slacciami i pantaloni e tiramelo fuori.
- Qui? All’aperto?
Quello non risponde. La guarda per qualche istante
negli occhi, fissa. E Christina, per non contraddire le regole che le erano
state poc’anzi spiegate, si appresta ad esaudirlo, chinandosi appena.
Il rumore della cinghia che viene sfilata. Poi il
bottone dei pantaloni. Ed il respiro di Christina, sempre più profondo, man
mano che si avvicina alla meta stabilita. Infine la sua mano sinistra che entra
dentro le mutande di lui e l’aria le si blocca in gola.
- Mio dio.
- Sei ancora molto impressionata, blanc.
- Devo essere completamente impazzita.
- Stai già chiacchierando troppo per i miei gusti.
Christina allora estrae con un gesto deciso quel membro
enorme, tenendolo saldamente tra le dita. La ragazza guarda il nero mentre
inizia a massaggiare lentamente la sua parte scabrosa, fino a farla diventare
rigidissima.
A quel punto lui la trae a se e le afferra i
pantacollant, che strappa violentemente come fossero di carta. Christina è
quasi completamente nuda a quel punto, e agghiacciata. Ma non ha tempo di
capire.
Il nero la prende di forza, la solleva e le avvicina
il ventre al suo attrezzo, come per metterla seduta su di sé.
- No, mi fai male così!
- Ma stai zitta, puttanella bianca.
Ed affonda quel suo spadone dentro di lei, piano ma
fino in fondo.
- Aaaaaaaaaaaahhh!!! – esplode Christina.
Kono Muringa è una belva calma. Lei invece trema come
una foglia, accasciata su di lui.
Poi lui comincia a muovere il membro dentro di lei.
Chris si sorregge sulla ringhiera, con una presa forte
quasi fino a farsi male alle dita delle mani. Attimo dopo attimo una voragine
si apre dentro di lei. L’arnese scorre sempre più velocemente sulle pareti rese
sempre più viscose da un fiume caldo di secrezioni.
- Oddio, mi stai scopando!
- Hai visto, blanc, è facile
- Mi sento male, Muriga
- Io per te non sono Muriga, sono il tuo signore, il tuo padrone!
Mentre le urla quelle parole, la squassa tirandola con
grande forza su e giù dai fianchi.
- Oddio! Oddio!
- Ripeti, chi sono io per te, blanc?
- Oh mio Dio, sei il mio padrone!
- Salta, muoviti, puttana!
- Oddio siii!!!
Christina non è più in se. Quell’uomo la sta
dominando, anzi la sottomette.
Mentre la dissoda in profondità, le schiaffeggia
sonoramente le natiche con le sue grandi mani nere.
- Ahi!!! Aaah! Aaah! Aaaaah!!
- Sei lurida, blanc, hai fatto tutti questi chilometri per farti spaccare la
fica!
- Si, mio signore… aaaah! Aaaah!!!
- Saltaaaaaa!!!!
Ormai è un massacro. La ragazza, madida di sudore su tutto
il corpo, si agita ossessivamente, mentre l’uomo la perseguita, incalzandola ad
un ritmo sempre più intenso.
- E ti piace se ti metto a pecora, troietta? Ti piace?
- Non lo so… Ahhh! Ahhh! Aaaahhh!
Quello si erge in piedi dietro di lei e prende
immediatamente a batterla con durezza da quella posizione.
- Oh mio dioooooo!!!!
- Tieni qua, sgualdrina! Tieni! Tieni!
- Padrone, sto venendo! Ti prego, inondami! Aaaaaaahh!!!
In breve tempo il nero la accontenta, riversandole
sulla schiena un poderoso schizzo bollente, mentre lei ansimava come dopo una
corsa lunghissima.
Nei giorni che seguono c’è solo sesso, al limite della
brutalità. Un’eccitazione permanente che estranea Christine dal mondo,
legandola senza sosta agli appetiti insaziabili di quel vecchio satrapo nero.
- È ora che io te lo cominci a mettere nel culo, blanc…
- Non… non ci pensi neanche, signore
- Guarda che io lo so che ti piace
- Mi piace… ma non con una roba così grossa
- E invece io scommetto che non pensi ad
altro
- Non è così
- Anzi, scommetto che lo vuoi ma hai paura
di ammetterlo
- Ripeto, non è vero
Lui le si avvicina, dentro la stanzona, alle spalle.
Fa rumore perché quasi zoppica ed è pesante. Ma è un attimo che si abbassa la
lampo, alza il vestitino di Christine e le strappa il perizoma.
La spinge con insolita delicatezza verso il tavolo,
poi afferra una bottiglietta con un liquido oleoso all’interno e versa un po’di
quel contenuto tra le natiche scultoree della ragazza.
Con l’indice ed il medio della mano destra comincia a
sfregare.
- La prego, signore.
- Tu allarga per bene le gambe e lasciami fare.
- Ho paura.
- Tu allarga per bene le gambe e lasciami fare.
- Ho paura.
- Consideralo un po’ un esame, blanc.
- Non capisco.
- Sei venuta qui per vedere quanto potevi
riuscire a godere, no?
- Beh si, ma...
- E finora hai goduto tanto.
- Direi di si.
- E questo sai che vuol dire?
- No.
- No? Che sei porca!
In quel momento l’uomo inizia ad appoggiare la punta
del suo grosso glande addosso all’obiettivo. E preme.
- Aaaah!
- E bada bene – dice quello mentre spinge
lentamente – non una porca...
- Ahi... ahi!
- ... ma LA porca!
- Ma che diavolo dice?
- Si, da adesso sei la Porca!
Le infila tutto l’arnese dentro, piano ma
costantemente.
- Oh, Signore! Sto scoppiando!
- No che non scoppi, a te piace!
- Non lo so! Aaah!!!
- È tutto dentro.
- Aaaah!!!
Christine è riversa sul tavolo. Con le mani resta
aggrappata agli spigoli, la testa appoggiata di lato sul legno liscio.
Il nero comincia a muoverglielo dentro.
- Oh, cazzo! Ahia!!
- Quest’olio fa miracoli, mia cara Porca.
Sei già larga quaggiù.
- Aaahh!
- Vedi che già godi?
- Oddio è vero! Aaahh!!
A quel punto il tizio la prende per i fianchi ed
aumenta il ritmo del suo movimento.
- È vero, godo! Aaahh!!!
- Aveva ragione Frank, sei tu la Porca!
- Oh, siiii!!!
Adesso Muriga spinge forte, incoraggiato dal
coinvolgimento della ragazza. E lei si blocca con tutta la forza sul tavolo,
per parare quegli assalti.
- Non ho mai visto nessuna godere così, blanc
- Si, godo da impazzire, signore!
- E brava la nostra Porca, tieni qua!
La serie inferta dall’uomo si fa devastante. Le
natiche di lei rimbalzano sonoramente sul ventre di lui.
- Non si fermi!! Mi sbatta, mi sbatta!!!
- Sei poderosa, qualunque donna si sarebbe
piegata a questo punto!
- Sto impazzendo, aaah! aaah! aaaaah!!!
- Sei infuocata, blanc, ti schianterò!
- Nooo!! Continui, sto per venire!!
- Ti distruggo, maledetta Porca, ti
distruggo!
- Venga dentro di me!!! Veniamo assieme!!!
- Tu devi soccombere!
- Riempia il mio culo di sborra, sveltooo!!!
- Argh! Argh! Argh! Aaaaaargh!!!
- Siiii, la sentoo!!!!
È l’ultimo, ferocissimo assalto. Il nero è una furia.
- Arrenditi, troia!
- Vieni, mio signore!!! Aaaaaah!!!
- Non ci posso credere!
- Si, padrone, inondami!
- Sto venendo prima io, non è possibile!
- Stiamo venendo insieme! Stiamo venendo
insieme!
- Eccomiiiiiii!!!!
- Oddio, siiiiiiiiiiii!!!!!!
- Maledetta!
- Che bello, mio signore!! Aaaah!!
- Che bello, mio signore!! Aaaah!!
Il nero è esterrefatto. Il corpo di quella ragazza
incredibile ancora trema per il godimento, mentre fiotti di liquido fuoriescono
dal pertugio.

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